Introduzione
Nel campo dell’architettura, come dell’arte e del design, Italia e Portogallo condividono, nel corso degli ultimi cento anni, alcuni caratteri fondamentali che determinano linee di diretta collaborazione e profonda affinità.
Gli scambi tra Portogallo e Italia sono stati, nell’ultimo secolo, intensi, numerosi e variati. Procedendo per esempi sommari si potrebbero citare: gli scambi negli anni di coesistenza dei due regimi dittatoriali – Estado Novo e Fascismo – (si pensi ai progetti delle cittá universitarie di Lisbona e Roma, agli stadi nazionali, ai piani di Piacentini e soprattutto di Muzio per la città di Porto, cui fieramente si opporrà un giovanissimo Távora, ma anche alle affini ricerche sull’architettura anonima popolare quali quelle di Pagano e l’Inquerito); le intense relazioni nell’immediato dopoguerra, l’interesse portoghese per Bruno Zevi, i viaggi in Italia di Fernando Távora e di altri al suo seguito; le affinità sul tema della città storica (ad esempio il Piano Cervellati per Bologna e il Piano tavoriano per Barredo, quasi contemporanei; o ancora al rinnovato rapporto tra “chiesa e città” tra gli anni Cinquanta e Sessanta); il ruolo dell’Italia, e di Vittorio Gregotti in particolare, nell’inizio della fortuna internazionale dell’architettura portoghese dalla Rivoluzione dei Garofani; o, negli stessi anni, l’interesse del Portogallo per gli studi italiani sulla città che vedono Aldo Rossi come una figura di rilievo; la sempre più capillare, dagli anni Ottanta ad oggi, presenza e influenza reciproca delle due culture architettoniche nei due paesi, che ha portato a scambi molto significativi, nella pedagogia, nell’editoria, nella professione.
A unire i due paesi contribuisce certamente la collocazione geografica, al centro del Mediterraneo e ai margini dell’Europa, dunque di “confine” – fisico o culturale – di diverse geografie. Tale posizione non ha impedito – ma forse ha favorito – il successo culturale (se non anche economico) delle due culture architettoniche e, più in generale, creative.
This work is part of embryo project “ Documen-tália: The role of Italian architectural culture in the process of cosmopolitanism and internationalization of Portugal in the 20th and 21th century” – Principal Investigator: Raffaella Maddaluno